Strutture miste e fondazioni negli edifici in muratura portante, con riferimento al D.M. 14/01/2008
L’entrata in vigore del D.M. 14/01/2008 ha portato a rivalutare la struttura in muratura portante (ordinaria o armata) come sistema costruttivo impiegabile per diverse tipologie di edifici di medio-piccola dimensione in alternativa al telaio in calcestruzzo armato.
I vincoli imposti dalle NTC per le strutture in c.a. in termini geometrici, di quantità d’armatura e l’esigenza di rispettare la “gerarchia delle resistenze” ha infatti reso assai più complessa ed onerosa la realizzazione di strutture intelaiate favorendo un ritorno di interesse e convenienza per il sistema costruttivo in muratura portante, soprattutto per quelle tipologie edilizie che tipicamente ben si prestano ad essere realizzate con struttura portante in muratura.
Il ritorno di interesse per la muratura portante è ulteriormente alimentato dalla rinnovata ed ampliata possibilità di adottare strutture miste, introdotte per la prima volta nel D.M. 16/01/1996. Le strutture miste, infatti, permettono di realizzare costruzioni in muratura portante integrata con elementi di diversa tecnologia per sopportare i soli carichi verticali. Dal punto di vista architettonico questa possibilità fornisce maggiore libertà di composizione degli spazi esterni e flessibilità di distribuzione degli spazi interni.
Un ulteriore aspetto di interesse per le strutture in muratura portante, che si ricollega in un certo senso all’argomento delle strutture miste, è la possibilità di adottare come fondazione della soprastante struttura in muratura il piano cantinato o seminterrato in pareti di c.a., senza che rientri nel computo dei piani complessivi in muratura.
Il tipico piano interrato o seminterrato in c.a., generalmente dedicato a garage, assume la duplice funzione di fondazione della struttura in muratura fuori terra.
Le strutture miste e le fondazioni si ritengono quindi due argomenti importanti per la realizzazione di costruzioni in muratura portante adeguatamente concepite dal punto di vista strutturale e, al tempo stesso, architettonicamente svincolate da limitazioni troppo restrittive.
Nell’articolo si approfondisce cosa si intende per struttura mista e cosa prevede la normativa in merito alla resistenza all’azione sismica e ai metodi di verifica richiesti (analisi lineari o analisi non-lineari). In particolare si esamina la soluzione più diffusa che corrisponde a quella di edifici in muratura portante perimetrale (ordinaria o armata) con la presenza di pilastri in c.a. interni e/o esterni.
Inoltre si affronta il tema delle fondazioni di edifici con struttura mista, che fungono da collegamento tra la costruzione in elevazione ed il suolo.
La fondazione riveste il ruolo di trasferire a terra le azioni agenti sulla costruzione con assoluta sicurezza, garantendo la stabilità dell’opera edificata e la compatibilità con le prestazioni richieste alla costruzione stessa. Le NTC 2008 richiedono, infatti, a livello generale che venga verificata la resistenza degli elementi strutturali che compongono la fondazione stessa (§ 6.4.2.1) e di calcolare i valori degli spostamenti e delle deformazioni per verificarne la compatibilità con i requisiti prestazionali della struttura in elevazione (§ 6.4.2.2).
Anche per le fondazioni si approfondiscono gli aspetti legati alla loro progettazione per garantire adeguata resistenza alle azioni sismiche.
In particolare si fa chiarezza su uno dei casi più ricorrenti: le aperture per i garage sulle pareti perimetrali, che creano in sostanza una parete perimetrale in c.a. forata, la quale, nel suo
insieme, deve fornire una risposta tale da non compromettere il comportamento scatolare
rigido della struttura di fondazione e tale da garantire deformazioni compatibili con i requisiti prestazionali della struttura in elevazione, come richiesto dalle NTC 2008 nel § 6.4.2.2.